Negli ultimi anni l’agricoltura italiana, soprattutto nelle fertili regioni del Centro-Nord, ha conosciuto il flagello della cimice asiatica. Originaria di Cina e Giappone – come suggerisce il nome, questa cimice dall’aspetto marmorizzato è giunta negli USA, dove da decenni ormai è un parassita stabile nei frutteti.
Nel settembre 2012 è stato studiato il primo esemplare rinvenuto in Italia, precisamente in provincia di Modena. Da allora sono stati enormi i danni ai raccolti e le perdite per le aziende agricole.
CIMICE ASIATICA: CONOSCIAMOLA MEGLIO
Il nome scientifico è Halyomorpha halys. Il corpo ha la caratteristica forma a scudo, con diverse tonalità di colore che vanno dal bianco sporco al grigio e al nero, talvolta anche rame. Le antenne, come pure le zampe, alternano bande chiare e scure.
In Asia questa specie si riproduce una sola volta l’anno: ogni femmina depone circa 250 uova. Nei paesi con clima più favorevole, la deposizione delle uova avviene con maggior frequenza. Il fenomeno, aggravato dall’assenza di predatori naturali nell’ecosistema, spiega la violenza delle invasioni.
GLI ATTACCHI A FRUTTETI E CAMPI
La cimice asiatica è un insetto fitofago. Ciò significa che prolifera tra alberi da frutto, ortaggi e piante erbacee, vivendo a spese dei vegetali di cui nutre. Con l’apparato boccale perfora i tessuti e provoca la formazione di fossette e deformazione dei frutti, alterazioni della polpa, aree necrotiche, punteggiatura delle foglie, perdita di semi e trasmissione di agenti patogeni.
Nei paesi d’origine attacca soprattutto la soia, in Italia devasta frutteti di pero, melo, ciliegio, nocciolo, ma anche kiwi, legumi, pomodori, mais e girasole. Non solo: molti cittadini sperimentano disagi a causa della presenza di cimici asiatiche in casa.
IL NUOVO PIANO BIOLOGICO
Nei mesi scorsi è stato finalmente approvato il Piano nazionale 2021 per il controllo biologico della cimice asiatica attraverso la vespa samurai. Le associazioni di categoria si erano più volte espresse sulla necessità di adottare metodi sostenibili ed evitare il ricorso massiccio a insetticidi: la soluzione è stata individuata nell’introduzione del minuscolo parassita della cimice asiatica, al fine di realizzare il riequilibrio biologico e salvaguardare l’agricoltura.
La vespa samurai, il cui nome scientifico è Trissolcus japonicus, proviene dagli stessi luoghi e si riproduce deponendo le sue uova all’interno di quelle della cimice asiatica.
Nel video il professor Massimo Bariselli del Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna, la regione capofila nei progetti di lotta integrata, illustra le prospettive di questa scelta.
Da anni Bromotirrena lavora a favore di un modello di agricoltura sostenibile: lo facciamo con l’allevamento e la commercializzazione di bombi per l’impollinazione naturale delle colture; lo facciamo con la vendita di insetti utili e il supporto agli agricoltori nella lotta biologica.
Anche in tutti i servizi di disinfestazione e sanificazione ambientale, la mission dell’azienda è offrire il massimo risultato con il minimo impiego di prodotti, i quali sono scelti sempre tra quelli che approvati dal Ministero della Salute e si distinguono per l’elevata eco-sostenibilità.
Ecco perché abbiamo accolto con vivo interesse l’adozione del Piano di controllo biologico della cimice asiatica, per ora da parte delle regioni Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Emilia Romagna e delle province autonome di Trento e Bolzano: siamo convinti che sia questa la strada da percorrere per tutelare non solo l’agricoltura, ma la salute pubblica e il mondo in cui viviamo.
COSA FARE QUANDO LA CIMICE ASIATICA ENTRA IN CASA
In autunno la cimice asiatica, come del resto molti altri insetti, è alla ricerca di un buon riparo in cui svernare. Accade così che nelle aree abitate, in particolar modo a ridosso di zone agricole o verdi, le cimici penetrino all’interno di magazzini, garage e abitazioni, riunendosi spesso in gruppi molto numerosi. Durante i mesi freddi rallenteranno i ritmi vitali, ma laddove il clima è mite o in luoghi riscaldati è facile che restino attive.
Nonostante la presenza di cimici asiatiche in casa sia sgradevole e possa causare leggere reazioni allergiche nei soggetti sensibili, è importante sapere che:
- Non pungono
- Non trasmettono malattie
- Non sono dannose per le persone, né per gli animali
Per prevenire il loro ingresso bisogna avere le zanzariere e fare attenzione a sigillare crepe e fessure che possano consentire il passaggio all’interno degli ambienti. Inoltre, pulire con strumenti che emettono vapore può essere utile per stanare eventuali cimici annidate, ad esempio, negli infissi o nei cassonetti.
Tuttavia, se l’avvistamento di esemplari non è così raro, è necessario rivolgersi a una ditta di disinfestazione professionale, che intervenga in maniera rapida, mirata e efficace per scongiurare infestazioni gravi per i propri ambienti domestici e per il territorio.
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