Bromotirrena crede nei valori dell’agricoltura biologica e promuove i sistemi produttivi che utilizzano la fertilità intrinseca del suolo e l’impiego di insetti utili, riducendo così il danno ambientale causato dall’uso fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi.
Da anni l’azienda è al fianco degli agricoltori italiani, che scelgono di sfruttare i benefici dell’impollinazione naturale con i bombi per aumentare la resa e la qualità delle coltivazioni.
VANTAGGI DELL’IMPOLLINAZIONE CON I BOMBI
I bombi sono insetti sociali, appartenenti all’ordine entomologico degli Imenotteri, presenti in natura in un elevato numero di specie delle diverse caratteristiche biologiche. Vivono organizzati in colonie, ognuna con una regina che depone le uova e moltissime operaie che raccolgono polline e nettare per sé e per le larve.
Alla fine degli anni ’80 il Bombus terrestris, con le sue oltre trecento specie diffuse nel mondo, è stato oggetto di importanti studi scientifici che hanno dimostrato la straordinaria efficacia e affidabilità di questi insetti per l’impollinazione naturale di alcune colture, come soprattutto il pomodoro; oggi l’impiego dei bombi impollinatori è assolutamente strategico sia per colture protette (pomodoro, peperone, melanzana, zucchino, fragola, melone) che per colture in pieno campo (kiwi, avocado, albicocco, susino).
L’introduzione di arnie artificiali di bombi in colture protette di pomodori da mensa risale al 1988-89; da allora la tecnica di impiego si è affinata moltissimo, con sfaccettature che riguardano le varie tipologie di pomodoro coltivate e i diversi tipi di ciclo colturale.
Perché proprio il pomodoro?
I produttori di pomodoro da mensa si trovano a dover affrontare un problema di non semplice soluzione. Il fiore del pomodoro presenta caratteristiche fisiologiche e morfologiche che lo rendono di difficile impollinazione per le produzioni in coltura protetta: non produce nettare e, anche se il polline viene prodotto in grandi quantità, non ha particolari qualità nutritive per gli insetti impollinatori, né risulta facile estrarlo e utilizzarlo a causa della forma del fiore.
A questo punto i coltivatori possono considerare due diverse strade da imboccare:
- effettuare delle ventilazioni per garantirsi l’allegagione dei nuovi fiori prodotti dal pomodoro;
- posizionare nelle serre arnie artificiali di bombi, allevati in biofabbriche.
Quest’ultima risulta spesso la soluzione migliore. I bombi, attaccandosi al fiore, producono una specie di vibrazione (buzz pollination), che determina un’abbondante fuoriuscita di polline, che in parte viene raccolto dall’insetto e in parte va a realizzare l’impollinazione del fiore. Il fiore visitato presenta caratteristici segni e viene definito “fiore marcato”: è il primo indice di lavoro dei bombi.
Tale pratica è oramai consolidata in quasi tutte le zone orticole di Europa, Asia e Nord Africa.
In Italia, dove il pomodoro viene coltivato con tecniche molto diverse e le stesse varietà presentano un’elevata variabilità rispetto caratteristiche fondamentali come l’attitudine a produrre polline o le preferenze per umidità e temperatura, l’impollinazione con i bombi ha assunto un ruolo strategico, sviluppando conoscenze approfondite dei differenti contesti operativi e modalità di intervento ad hoc.
Come funziona l’impollinazione con i bombi nelle serre di pomodori?
I cicli di coltivazione possono essere molto vari. Negli ultimi anni, al tradizionale ciclo breve primaverile-estivo se ne sono affiancati altri con durata e epoca differente; anche lo sviluppo della coltivazione fuori suolo a ciclo lungo, da gennaio a novembre, ha aperto nuove prospettive. L’allungamento dei cicli rende praticamente indispensabile l’impiego dei bombi.
Come calcolare la quantità di arnie necessarie
La cubatura e la superficie della serra sono elementi fondamentali, insieme alla tipologia di pomodoro coltivato, per definire la quantità di polline prodotto. Ad esempio, una serra di pomodoro ciliegino di 500 m2 in condizioni ottimali può garantire una quantità di polline paragonabile a quella prodotta da una superficie doppia di altre varietà e sufficiente ai fabbisogni di un’arnia senza incorrere in problemi di stress della colonia.
Nella pratica comune e in presenza di polline a sufficienza, una superficie di 1000-1500 m2 di serra viene indicata come unità tipo su cui porre un’arnia, senza problemi di efficienza e durata della colonia.
Il corretto posizionamento dell’arnia
L’arnia deve essere collocata con cura, evitando di sottoporla ad un’eccessiva esposizione al sole; deve essere posizionata a circa 50 cm dal terreno e in una posizione che assicura il giusto ombreggiamento e variazioni climatiche minime.
L’introduzione di arnie deve essere regolare e costante
La prima forma di valutazione dell’attività dei bombi è la marcatura del fiore: con l’esperienza si è visto che, se si vogliono mantenere nel lungo periodo livelli ottimali di marcatura, l’introduzione delle arnie deve essere regolare e costante. Le colonie di bombi, infatti, una volta raggiunto un picco di attività, dopo circa 4-6 settimane riducono la loro azione, con un conseguente calo del livello di marcatura dei fiori.
Considerando allora che un’arnia è in grado di coprire con la sua attività 1000-1500 m2 di serra, a seconda della tipologia di pomodoro e quindi alla maggiore o minore presenza di fiori, occorre introdurre regolarmente 2-3 arnie/ha per settimana. I bombi sono così obbligati a lavorare sui fiori appena formati, provocando una sorta di anticipo dell’allegagione con riscontri positivi soprattutto sulle varietà a grappolo, ciliegino e datterino.
Bisogna sempre favorire il benessere della colonia
L’attività dei bombi si svolge sempre nell’interesse dell’organizzazione sociale del nido. L’agricoltore deve controllare e mantenere favorevoli i fattori che incidono sulla qualità della vita all’interno del nido, poiché il benessere della colonia si ripercuote senza alcun dubbio sull’attività esterna. La temperatura e l’umidità all’interno dell’arnia, ad esempio, possono essere regolate dai bombi, ma questo richiede tempo e impegno: se le operaie sono impegnate a “ventilare” per abbassare il tasso di umidità o al contrario a produrre calore per innalzare la temperatura, non possono uscire alla ricerca del cibo e trascurano di fatto l’attività di bottinamento.
Disponibilità e qualità del polline sono fattori chiave per il successo
Il polline rappresenta la fonte proteica indispensabile per l’alimentazione delle larve dei bombi presenti all’interno dell’arnia. L’ambiente colturale deve mettere le piante nelle condizioni ottimali di sviluppo, affinché esse producano polline fresco in gran quantità. Una temperatura con valori sui 6-7 °C per quattro o cinque notti consecutive è in grado di bloccare la produzione di polline, così come in piena estate le temperature superiori ai 35 °C predispongono i fiori al fenomeno della longistilia. In condizioni di carenza di polline la colonia dei bombi riduce drasticamente l’attività, al contrario, se il polline è “buono”, il bombo si alimenta e sviluppa la progenie, mentre il pomodoro produce bacche al massimo delle sue potenzialità.
No all’uso indiscriminato di fitofarmaci e prodotti chimici
La gestione fitoiatrica del pomodoro deve essere tale da non interferire con la vita dei bombi, utilizzando solo sostanze attive compatibili con la loro attività. Bisogna infatti tenere sempre presente che ogni trattamento può avere delle ripercussioni su tutti gli organismi viventi presenti, bombi inclusi. Molti agenti chimici non hanno un effetto tossico diretto, ma possono determinare fenomeni indiretti, quali disorientamento degli adulti o intossicazione della covata determinata dal polline contaminato. In entrambi i casi il danno è grave e può giungere fino alla completa compromissione del nido e alla cessazione di ogni attività.
La scelta delle tecniche da applicare deve perciò andare nella direzione del massimo rispetto, con la preferenza delle tecniche di difesa biologiche.
Qualche altro accorgimento
Il fiore di pomodoro ha caratteristiche tali da risultare non particolarmente gradito ai pronubi e anche il bombo, se messo nelle condizioni di scegliere, può preferire le fioriture di altre essenze. Ne consegue che l’uso di reti diviene fondamentale per ottimizzare il lavoro dell’arnia sulla coltura, limitando possibili distrazioni.
LA NOSTRA ARNIA
I bombi Super B
Dal 2001 produciamo e commercializziamo un tipo di arnia brevettato da Bromotirrena, chiamata Super B.
- Il ciclo di vita naturale dei bombi viene interamente riprodotto all’interno dei nostri stabilimenti, a Fondi (LT), e le ottime prestazioni sono garantite da una severa e restrittiva selezione eseguita durante tutte le fasi dell’allevamento.
- Assicuriamo massima disponibilità del prodotto e tempi di consegna brevissimi.
- Ogni arnia contiene una regina, circa 180 operaie bottinatrici e un adeguato numero di uova, larve e pupe.
- La durata è di circa 5-7 settimane.
- Il numero di arnie da impiegare dipende dalla varietà delle colture e dalle dimensioni di serre o campi.
- L’arnia dei bombi va posizionata nella zona più fresca e ventilata, utilizzando sistemi di ombreggiatura per evitare l’irraggiamento diretto della luce.
- I bombi sono molto sensibili ai pesticidi, che influiscono negativamente anche se utilizzati molto tempo prima della loro introduzione. Nel caso fosse necessario effettuare trattamenti fitosanitari, è bene allontanare l’arnia.
- I nostri tecnici offrono formazione specifica agli agricoltori per la sistemazione e la manutenzione dell’arnia e sono sempre disponibili per il servizio di assistenza post-vendita.